Questa Diocesi ha di recente concluso l'inventariazione dei beni storico artistici di proprietà parrocchiale promossa dalla C.E.I. sulla base degli standard dell'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) del Ministero per i Beni e Attività Culturali.
I lavori, svoltisi dal 1999 alla fine del 2007, hanno portato alla inventariazione di 82 enti ecclesiastici per una produzione totale di 8942 schede con relativa documentazione fotografica; sebbene conclusi rispetto al progetto previsto, non per questo l’inventario deve considerarsi un corpus chiuso di dati e informazioni ma, diversamente, uno strumento costantemente in fieri che individua e registra mutamenti qualitativi e quantitativi del patrimonio storico artistico delle chiese diocesane. Al fine di perseguire una utile continuità nella conoscenza analitica dei manufatti, della consistenza e dello stato di conservazione del patrimonio culturale presente nel proprio territorio, questa Diocesi sottopone all'attenzione delle comunità religiose -Ordini Religiosi, Congregazioni Religiose, Società di vita apostolica e Istituti Religiosi- la possibilità di attuare l'inventariazione dei beni storico artistici secondo i criteri suddetti, sotto il controllo metodologico e mediante il supporto tecnico della CEI, nei limiti e modalità che risulteranno ragionevolmente sostenibili. Per beni di proprietà non parrocchiale o diocesana non è prevista la partecipazione economica né della Diocesi né della CEI stessa, per cui l'onere finanziario resta a carico dell'ente proprietario. L'inventario, richiesto dal codice di diritto canonico (can. 1283,20), costituisce uno strumento fondamentale di azione pastorale per la diocesi e per ciascun Ente Ecclesiastico, poiché consente di conoscere analiticamente le caratteristiche, la consistenza e lo stato di conservazione del patrimonio culturale, mettendone in luce la necessità di eventuali interventi di restauro e di tutela. Inoltre sebbene sia destinato a soddisfare in primo luogo alle esigenze ecclesiastiche; nello stesso tempo esso sarà di particolare utilità per il catalogo elaborato dagli enti pubblici. Per la sua elaborazione ci si avvale delle schede d'inventario già redatte dalle Soprintendenze e da altri Enti Pubblici e, attuando il principio della collaborazione tra Chiesa e Stato sancita dall'Accordo Concordatario 18 febbraio 1984, una volta realizzato, l'inventario viene messo a disposizione degli Enti Pubblici preposti alla elaborazione del catalogo dei beni culturali (“Norme per la tutela e la conservazione del patrimonio artistico e storico della Chiesa”, approvate dalla X Assemblea Generale della C.E.I., n. 5, in “Notiziario C.E.I.” n.6/1974, pp. 107 ss; “I beni culturali della Chiesa in Italia. Orientamenti”, n. 22, in “Notiziario C.E.I.”, n. 9/1992).[da Il progetto diocesano, CEI, UNBCE, settembre 1996]. Pertanto, così come avvenuto per l'inventario dei beni parrocchiali, è prevista anche per i beni delle comunità religiose la trasmissione dei dati alla CEI e alla Soprintendenza competente, a garanzia di validità metodologica e a maggior tutela dei beni stessi.
Se l’importanza dell’inventario e la necessità di intervenire in merito sono state affermate con particolare puntualità nel documento della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, Necessità e urgenza dell’inventariazione e della catalogazione dei beni culturali della Chiesa, dell’8 dicembre 1999, indirizzato agli Ordinari diocesani, ma valido anche per i Religiosi, la più recente Lettera circolare: Inventariazione dei Beni Culturali degli Istituti di Vita Consacrata e delle Società di Vita Apostolica: alcuni orientamenti pratici, del 15 settembre 2006, prot. N. 14/06/4, nel confermare che i beni culturali custoditi dagli Istituti di vita consacrata e dalle Società di vita apostolica costituiscono una percentuale assai rilevante del già cospicuo patrimonio storico-artistico della Chiesa… confida nel senso di responsabilità dei Superiori maggiori, che sapranno provvedere tempestivamente all’inventario dei beni archivistici, librari e artistici in loro possesso, sia nella sede centrale sia nelle sedi periferiche, con particolare attenzione a quanto viene rimosso dalle Case soppresse.
La Diocesi, pertanto, mediante l'Ufficio per i Beni Culturali e Arte sacra, mette a disposizione il personale e gli strumenti operativi per una capillare e proficua conoscenza del patrimonio di arte e di cultura conservato nel territorio. L'Ufficio raccoglie le richieste di adesione e assiste le comunità religiose negli adempimenti e nella prassi operativa per l'elaborazione del Progetto esecutivo di inventariazione.